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Piero Leddi

Pittore italiano, XX sec.

Piero Leddi è nato nel 1930 nella provincia di Alessandria, a San Sebastiano Curone. Dal padre, che è un falegname e da altri parenti artigiani, ha appreso le tecniche di lavorazione della materia, mentre il rapporto con la terra e l’esperienza della cascina sono legati agli agricoltori alla famiglia materna. Nel dopoguerra si trasferisce a Tortona. Determinante fu il rapporto con il pittore di Tortona Mario Patri, nella seconda metà degli anni '40. A Milano si stabilì nel 1951 e per alcuni anni si dedicò all’attività di grafico pubblicitario, sperimentando contemporaneamente le proprie capacità espressive e conoscendo degli artisti coetanei dell’ambiente di Brera. Nel 1958 allestisce la prima mostra personale a Tortona, alla quale ne seguono, ad oggi, oltre ottanta. Circa centotrenta mostre collettive, nelle quali si registra la sua presenza. Al centro della sua arte si pone, sin dall’inizio, l’incontro con la città: interni di auto, discussioni degli intellettuali, famiglie nella quotidianità della vita urbana. Accanto a ciò, tema parallelo e ricorrente è il ripensamento dell'ambiente agricolo arcaico e della sua fine. Figura simbolo di tale cambiamento irreversibile diventa nella sua pittura il ciclista Fausto Coppi, eroe di un’epoca contadina, protagonista di numerosi dipinti, esposti tra l’altro in una mostra nel 1966, alla Galleria “La Nuova Pesa” di Roma. Alla fine degli anni '60, l’avvio di un’ampia ricerca sulla morfologia delle Teste segna l’acquisizione di nuovi strumenti formali, intanto nel corso degli anni '70, il confronto con la grande tradizione lombarda arricchisce la pittura di Piero Leddi di spunti allegorici e metaforici, che si rintracciano nei dipinti legati al motivo della peste. A questi si uniscono raffigurazioni di esodi, come Il Carro di Milano (1973-74), oppure lavori dedicati al tema della festa, sino alla Festa sul Ticino (1978). Nella fase successiva, i paesaggi urbani ricorrono nei suoi dipinti, i quali hanno per oggetto il parco Sempione. La riconsiderazione del rapporto col passato si traduce, invece, in un corposo ciclo di opere sulla Rivoluzione francese, esposto nel 1989 al Castello Sforzesco di Milano, in occasione del bicentenario. Negli anni recenti, insieme al mai cessato interesse per la città, che si esprime nella mostra dedicata a Milano, tenutasi al Museo della Permanente nel 1995, si nota una ripresa sistematica ed approfondita sulla tematica del corpo, che vede il pittore impegnato nel tentativo di raffigurare in modi costantemente diversi l’anatomia umana, l’interno-esterno, il rapporto uomo-natura in ogni chiave possibile, tragica e sentimentale.

 

da www.gregoriorossi.it

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