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Lotti, Dilvo

Pittore italiano, XX sec.

Notizie biografiche:

 

Dilvo Lotti ha iniziato a dipingere nel 1931 con una scatola di colori ad olio regalatagli dal suo insegnante Francesco Chiappelli, scatola che è ancora oggi conservata nella casa-museo di San Miniato[1]. Frequenta con la guida di Chiappelli l’Istituto d’arte di Porta Romana a Firenze[2] dove si diploma nel 1935 discutendo la tesi su Honoré Daumier.

Gli anni Trenta del Novecento sono anni passati prevalentemente a Firenze, dove artisti e letterati sono soliti incontrarsi il locali come "Le Giubbe Rosse" o “l’Antico Fattore”. Scambia lettere con personaggi della cultura fiorentina: Ardengo Soffici, Giovanni Papini,Baccio Maria Bacci, Nicola Lisi, Piero Parigi, Francesco Chiappelli, Giorgio La Pira, e alcuni scrivono critiche su di lui[3]. Nel 1940, dopo un breve soggiorno a Milano, vince il Premio Panerai[4] con l’opera Natura morta e bambino.

Giuseppina e Dilvo Lotti, 2006

Esponente dell’Espressionismo europeo[5], tiene però conto della tradizione e cerca un rapporto con l'arte sacra[4]; nel 1941 espone alla Galleria di Roma ed è invitato a partecipare alla Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma e, nel 1942, alla Biennale di Venezia (con una sala di sedici opere)[6]. Nel 1947 nella sua città dà vita, insieme ad altri amici, all’Istituto del Dramma Popolare[7]. In questi anni firma la regia degli spettacoli Marianna Pineda[8]e Essi arrivarono ad una città. Nel 1950 è invitato al Premio Carnegie a Pittsburg[9].

Dal 1953 al 1985 si dedica a vaste opere ad affresco e graffito presso chiese ed altri edifici[10].

Nel 1966 viene inaugurato il Museo diocesano d'Arte Sacra di San Miniato, per opera ed interessamento dello stesso Lotti, negli spazi dell'antica sacrestia, attigua alla Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesio.

Nel 1968 viene insignito dal Presidente della Repubblica di "Medaglia d'argento ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte"[11] Nel 1983 viene nominato Accademico Corrispondente della Pontificia Insigne Accademia dei Virtuosi al Pantheon[12]. Nel 1995, dal 10 maggio al 9 giugno a Hildesheim (Germania) gli viene dedicata una mostra antologica nelle due sedi del Palazzo Comunale e della Chiesa di San Jacopo.

Notevoli le dimensioni di alcuni lavori, come la Processione degli Scalzi o il Martirio del Savonarola. Talvolta ha usato anche la tecnica del buon fresco. È anche autore di vari studi a carattere storico e artistico, in particolare una storia di San Miniato[13].

il 20 febbraio 2009 è stato insignito del titolo di Accademico d'onore dalla LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Firenze, durante la presentazione della prima tesi di Laurea sul suo lavoro, intitolata "Dilvo e le sue donne" , della studentessa Lara Cavallini.

 

Bibliografia

 

  • Luigi Servolini, Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Gorlich, 1955.

  • Hans Vollmer, Allgemeines Lexikon der Bildenden Kunstler des 20. Jahrhunderts, Seemann, 1956.

  • Agostino Mario Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, Patuzzi, 1962.

  • Emmanuel Benezit, Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays par un groupe d'ecrivains specialistes francais et etrangers, Grund, 1976.

  • Allgemeines Kunstlerlexicon, Saur, 1995.

  • Luca Macchi, Dilvo Lotti. L'arte e la fede, Ed. ETS, 2008.

  • Luca Macchi, Dilvo Lotti. Un maestro della pittura, Ed Pacini, 2007.

  • Luca Macchi, Dilvo Lotti. Un maestro dell’espressionismo europeo, Ed Felici, 2006.

  • Marco Moretti, Ardengo Soffici a Dilvo Lotti. Lettere inedite 1940-1963, Ed. Pentalinea, 2002

 

da: https://it.wikipedia.org/wiki/Dilvo_Lotti

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