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Lam, Wilfredo

Pittore cubano, XX sec.

Biografia:

Wilfredo Lam (1902-1982) é considerato l'iniziatore di una pittura che coniuga il modernismo occidentale con i simboli africani e caraibici. Wilfredo Óscar de la Conceptión Lam y Castilla, questo era il suo nome per esteso, nacque nel villaggio cubano di Sagua la Grande, da una famiglia etnicamente mista, il padre era un immigrato cinese e la madre una meticcia discendente da avi africani e spagnoli.

Nel 1916 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Avana, dedicandosi contemporaneamente allo studio della botanica, in particolare delle piante tropicali e, nel 1918, inizia a frequentare i corsi di pittura della Escuela de Bellas Artes. Nel 1923 si trasferisce a Madrid, diventa allievo di Fernando Álvarez de Sotomayor y Zaragoza, curatore del Museo del Prado, dove il giovane cubano studia le opere dei grandi maestri della pittura spagnola, in particolare Velázquez e Goya, ma è anche attratto dai dipinti di Hyeronimus Bosch e Bruegel il Vecchio.
Le sue prime opere sono improntate al modernismo spagnolo, ma col passare del tempo si semplificano amalgamando un'estetica primitiva con le tradizioni compositive occidentali. Negli anni Trenta i suoi dipinti risentono degli influssi del Surrealismo e dei quadri di Henri Matisse.

Nel 1931 la moglie e il figlioletto muoiono di tubercolosi, questa perdita gli ispirerà numerosi quadri raffiguranti una mamma con il suo bambino. Allo scoppio della Guerra Civile, si unisce alle forze repubblicane, disegna manifesti antifascisti e dipinge la grande tela intitolata La Guerra Civil.

Nel 1937, a Barcellona, Lam conosce Manolo Huguë che gli dà una lettera di presentazione per Picasso. Lam ammirava molto l'arte del pittore spagnolo di cui aveva visto una mostra a Madrid, commentata con queste parole: "Non solo una rivelazione...ma uno shock!"

L'incontro tra i due artisti avviene a Parigi nel 1938 ed è l'inizio di una stretta amicizia. Picasso lo introduce nell'ambiente dei pittori emergenti del momento, tra i quali Braque, Léger, Matisse, Mirò e lo presenta al mercante d'arte Pierre Loeb che gli organizzerà la prima mostra nel 1939, evento che ottiene un grande successo di critica.

Lam è influenzato dallo stile di Picasso che lo incoraggia a trovare una propria interpretazione del modernismo e questo influsso è evidente nei ritratti stilizzati che si ispirano all'arte africana.

"Il mio incontro con Picasso e con Parigi produsse su di me l'effetto di un detonatore...". Lam è affascinato dalla collezione africana di Picasso, che lo raccomanda al poeta-etnologo Michel Leiris affinchè insegni "l'arte negra al Cubano". Leiris è capo del dipartimento Africa Nera del Musée de l'Homme e gli presenta diversi ricercatori dai quali il pittore trarrà preziosi spunti di ispirazione.

In quel periodo di intenso lavoro, Lam vive in un albergo modesto. "Dipingevo senza sosta e senza osar mostrare i miei quadri, tanto che la mia stanzetta d'albergo era piena al punto di non potermi quasi muovere e tantomeno dipingere." Nell'autunno del 1939 conosce André Breton, appena tornato dal Messico, ed è particolarmente attratto dal surrealismo che "permette di liberarsi dalle alienazioni culturali."

Quando, nel giugno 1940, le truppe tedesche si avvicinano a Parigi, Lam si reca dapprima Bordeaux e poi a Marsiglia dove trova molti intellettuali antinazisti e diversi amici surrealisti, tra cui Breton. Si ritrovano tutti in un caffè del Vieux-Port per creare disegni, collages, discutere di letteratura per cercare di evadere dalla drammatica realtà di quel periodo.
Breton percepisce in Lam il potenziale di un mondo visionario e gli chiede di illustrare il suo poema Fata Morgana. Nel marzo 1941 il libro è pubblicato in soli cinque esemplari illustrati da sei dei numerosissimi disegni a matita e penna eseguiti da Lam, ma non ottiene il visto della censura a causa delle idee politiche dell'autore, accusato di incarnare al tempo stesso l'arte degenerata e l'impurezza razziale. 

Il 25 marzo 1941 Lam, Breton ed un gruppo di intellettuali minacciati dal regime di Vichy si imbarcano alla volta della Martinica dove vengono internati per più di un mese, in quanto sospettati di avere idee di sinistra. Là, Breton e Lam frequentano il poeta Aimé Césaire, fondatore della rivista Tropiques, che dedicherà queste parole a Lam: "Wilfredo Lam, lo straordinario pittore nero-cubano in cui si uniscono l'insegnamento di Picasso e le tradizioni asiatiche e africane curiosamente mischiate."

Césaire organizza escursioni nell'isola e per Lam é un folgorazione che segnerà una svolta nella sua arte. "Era il suo primo vero incontro con la natura tropicale - scrive Césaire - egli è affascinato dalla bellezza selvaggia dell'isola, dalle montagne ricoperte di una vegetazione debordante di vita e di linfa, dagli alberi fantastici che si intrecciano tra loro". Inoltre, Lam riscopre con Césaire il gusto della lotta contro l'ingiustizia e il dispotismo coloniale, ritrovando così le sue radici antillane.

In maggio gli esuli ripartono, Breton ed altri verso gli Stati Uniti, ma Lam non ottiene il visto per cui, dopo diciassette anni, fa ritorno a Cuba dove ormai si sente spaesato e indignato vedendo le condizioni miserabili dei neri sotto la dittatura di Batista.
Inizia a dipingere quadri di ispirazione africana, attingendo al mondo magico della sua infanzia, alle esperienze surrealiste e cubiste e a simboli tipici della Santerìa. Nel 1943 inizia quella che sarà considerata la sua opera più famosa, The Jungle, luogo dell'immaginario dove affiora la componente spirituale e ritualistica della cultura caraibica, con richiami agli elementi dell'arte primitiva africana, Il quadro viene esposto a New York nel 1944, suscitando critiche controverse, l'anno successivo sarà acquistato dal MoMa. 

Nel suo diagramma dell'albero dell'arte moderna, pubblicato sulla rivista PM nel 1946, il pittore Ad Reinhardt colloca gli artisti delle diverse tradizioni moderniste sui rami che si dipartono dal tronco. Il nome di Lam appare vicino a quello di artisti la cui opera manifesta una qualità magica e surreale, ma mentre pittori come Yves Tanguy, Kurt Seligmann ed altri sono rappresentati come foglie raggruppate, Lam è una foglia a sé.

Nel 1946 Lam e Breton soggiornano ad Haiti dove assistono a riti voodoo. Di questa esperienza egli dirà: "Si crede a torto che la mia opera abbia preso forma definitiva ad Haiti. Il mio soggiorno laggiù l'ha soltanto ampliata (...) sarei potuto essere un buon pittore a l'École de Paris, ma mi sentivo come una lumaca nel guscio. Ciò che davvero ha ampliato la mia pittura è la presenza della poesia africana".

In seguito, a New York, Lam entra in contatto con Duchamp, Tanguy, Motherwell, Pollock e con il gruppo surrealista dissidente CoBrA. Dopo il 1947 il suo stile evolve con la presenza dominante di elementi esoterici e la sua opera ottiene riconoscimenti in riviste prestigiose e mostre internazionali. Nei suoi quadri Lam riflette la visione dei primi uomini di fronte alla grandezza della natura che li circonda, visione fatta di paura, superstizione e magia, e lo fa attraverso un sincretismo formale e identitario. 

La donna, soggetto privilegiato dagli artisti di tutti i tempi, appare spesso nell'opera di Lam come personaggio zoo-antropomorfo, eppure evocazione della femminilità talvolta appena accennata da una capigliatura, da un seno, da una mano.

Vediamo allora la donna-cavallo, strana creatura elegante e mistica, forse da interpretare come messaggera nei riti voodoo, in cui gli dei o i morti prendono possesso del discepolo in trance, cavalcandolo per comunicare attraverso il suo corpo.
La donna-uccello delle incisioni che illustrano il poema Croiseur Noir, di André Pieyre de Mandiargues, sul tema della minaccia nucleare, diventa simbolo di vittoria sulla guerra e sulle distruzioni.
Altre entità agiscono come intermediari tra il mondo celeste e quello terreno, ed ecco le figure femminili del quadro The Eternal Present, che presentano oggetti cerimoniali nella loro funzione di guardiane della luce, della magia e della vita.

Tutta l'opera di Lam è un inno alle forze rigeneratrici emanate dalla donna, dispensatrice dell'idea d'amore, "capace lei sola - scrive Breton - di riconciliare ogni uomo, per un momento più o meno lungo, con l'idea della vita".

Dopo aver divorziato dalla seconda moglie, nel 1952 Lam si stabilisce a Parigi dove conosce l'artista svedese Lou Laurin, che sposerà nel 1960. Nel corso degli anni Cinquanta ottiene il Gran Premio del Salone dell'Avana ed è nominato membro della Graham Foundation for Advanced Study in Fine Art di Chicago. Più tardi, nel 1964, riceverà il Guggenheim International Award.

Continua ad intrattenere rapporti con esponenti dell'arte cubana, lavora con artisti del gruppo CoBrA e dell'avanguardia italiana. Nel 1954 si reca ad Albissola dove viene organizzato un incontro internazionale di scultura e ceramica, al quale partecipano tra gli altri Baj, Fontana, Scanavino e Matta. Dietro incoraggiamento del mercante d'arte Carlo Cardazzo, il piccolo centro ligure diventa luogo di sperimentazione artistica per un decennio che parte dalla fine degli anni Cinquanta.

Negli anni Sessanta l'opera di Lam riflette un forte interesse per l'incisione, che segna l'inizio della collaborazione con poeti e scrittori tra cui René Char e Aimé Césaire. Realizza così numerosi portfolio di grande formato, stampati in diversi laboratori di incisione, in particolare quello di Giorgio Upiglio, dello Studio Grafica Uno di Milano, con cui lavorerà intensamente fine al 1982, anno della sua morte.

da: http://ilcassetto.forumcommunity.net/

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