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Vergani, Mario

Pittore italiano, XX sec.

Biografia:

 

(Milano 1938 - Milano 2008)

 

E’ sempre difficile parlare di Arte, o peggio ancora scrivere di Arte, qualunque essa sia, le parole che al momento di pronunciarle ci significavano qualcosa, una volta dette si svuotano d’improvviso, diventano concettuose, spesso assurde, quasi sempre inutili; davanti ad un’opera di Mario Vergani, poi, questa sensazione , bruciante, si acuisce a dismisura tanto da farci avvertire il senso di una profanazione. Quei silenzi desolati, appena vivacizzati da poche note di sottile musicalità, spesso poche macchie di colore sparse con elaborata sapienza, pur nella loro ferma imperturbabilità, sono di tale levità, di tale disarmante candore da indurci a riflettere sulle parole in una meditata e pacata contemplazione. Non furono pochi i pittori che rimasero affascinati davanti al mistero del silenzio, che lo intrappolarono nello spazio angusto delle cose, che si servirono di esso per renderci ignote le cose più conosciute, Vergani, al contrario, pare non curarsi di tutto ciò, tanto è radicato in lui il concetto di spazio e silenzio proprio come disposizione d’animo, sentimento puro, poesia. Non c’è nulla quindi di concettoso in lui, nessuna ricerca dell’effetto, nessun sogno proibito, ma pura e semplice trasposizione sulla tela di quanto è insito in lui. Il suo stesso attaccamento alla natura, e alla vita, filtrato attraverso anni di serene meditazioni, le sue manipolazioni di essa per una sempre maggiore aderenza alle sue esigenze interiori sono la testimonianza più sincera ed inconfutabile della sua vocazione. Da pittore lombardo, anche la sua tavolozza è lombarda, i colori sono chiari, opachi, spesso gessosi, sono trattati con sapiente noncuranza, con amore infinito quasi temesse lui stesso di rompere quel sottile incantesimo che man mano che il quadro prende la forma voluta, si sprigiona attorno.

 

da: www.evensi.it

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